L'oro è scambiato in area $ 2.630 dopo aver avuto una reazione volatile in seguito alla pubblicazione dei dati sull’inflazione e sull’occupazione negli USA. É rimbalzato poiché i dati sono risultati contrastanti.
Sebbene i dati sull'inflazione abbiano rivelato pressioni al rialzo sui prezzi, i dati sul mercato del lavoro sono stati più deboli del previsto e, poiché l’attenzione della Fed è adesso rivolta principalmente verso la sicurezza dell'occupazione, rispetto alla lotta all'inflazione, se ne deduce una maggiore possibilità che la banca centrale possa assumere una posizione più netta verso il taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione della Fed, ridando forza e respiro all’oro.
Il prezzo è inizialmente sceso dopo che l'indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti ha mostrato un aumento a settembre del 2,4% annuo, che è stato inferiore al 2,5% di agosto ma superiore alle aspettative del 2,3%. Inoltre, il dato core, che esclude cibo ed energia, è aumentato a settembre del 3,3% annuo, che è stato superiore al 3,2% di agosto ed ha superato le aspettative del 3,2%, mostrando anche condizioni inflazionistiche rigide.
Tuttavia, sul fronte dei posti di lavoro, la situazione è stata diversa e l'oro è tornato in territorio positivo dopo che le richieste iniziali di disoccupazione negli Stati Uniti nella settimana conclusasi l'8 ottobre sono aumentate di 258.000, ovvero oltre le 225.000 della settimana precedente, superando anche le aspettative di 230.000. Inoltre, le richieste complessive di sussidio di disoccupazione per la settimana conclusasi il 27 settembre si sono attestate a 1,861 milioni, ovvero superiori alle 1,819 milioni riviste al ribasso e alle 1,83 milioni previste.
Nel complesso, i dati hanno mostrato una certa debolezza che si sta insinuando nel mercato del lavoro, giustificando un nuovo taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione di novembre per stimolare i prestiti.
Le probabilità di un taglio di 25 bps si sono attestate all'89%, leggermente più alte rispetto a prima dei dati. Inoltre, dal momento che un taglio appare inevitabile, la probabilità che la Fed non faccia nulla a novembre è scesa all'11%.
L'oro continua ad essere sostenuto anche dalla domanda di beni rifugio. Infatti Israele continua ad attaccare obiettivi in Libano e i mercati restano sulle spine in attesa della rappresaglia di Israele contro l'Iran dopo il raid missilistico balistico della scorsa settimana. Sebbene l’amministrazione statunitense stia facendo pressione su Israele affinché si limiti agli obiettivi militari, ma Bloomberg News ha riferito che Netanyahu ha convocato oggi il gabinetto di sicurezza di Israele.
Analisi tecnica
L'oro è rimbalzato dal supporto appena sopra il livello psicologico di $ 2.600 e sebbene si stia fortemente riprendendo, nel complesso, ancora si trova in una posizione delicata, con la tendenza generale nel breve termine che non è forte in nessuno dei due casi: ribassista o rialzista.
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