Nelle negoziazioni asiatiche odierne, l’oro ha provato a rimbalzare, per poi fermarsi intorno ai 2.170 dollari, in un clima di tranquillità del dollaro e dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA.
Il dollaro é in parte arretrato dal massimo di cinque settimane di 104,50 contro i suoi principali rivali, poiché lo yen giapponese sta traendo supporto da un potenziale intervento sul mercato forex da parte delle autorità giapponesi. Inoltre, la Banca popolare cinese ha fissato il tasso di riferimento tra la sua valuta e il dollaro a 7,0996, contro la stima di Reuters di 7,2267, intervenendo anche per sostenere lo yuan e contribuendo alla rinnovata debolezza del dollaro.
Il prezzo dell'oro, quindi, ha interrotto il calo correttivo di due giorni dal nuovo massimo storico di 2.223 dollari, in attesa di nuovi catalizzatori per la ripresa del trend rialzista.
Le proiezioni economiche della Fed, il cosiddetto grafico Dot Plot, presentate la scorsa settimana ancora prevedono tre tagli dei tassi per quest'anno, come evidenziato a gennaio, mentre i mercati già avevano iniziato a scontare due tagli dei tassi da parte della Fed per quest’anno, dopo due mesi consecutivi di livelli di inflazione più elevati.
Pertanto, secondo lo strumento FedWatch del CME Group, i mercati stanno attualmente scontando una probabilità del 75% che la Fed inizi l’allentamento monetario a giugno, rispetto al 59% precedente alla decisione della Fed.
Quindi, l’attenzione centrale di questa settimana è puntata sui discorsi dei membri della Fed e sui dati dell’indice dei prezzi Core PCE.
Analisi tecnica
Il prezzo dell’oro rimane, grazie alla presenza attiva sul grafico di una flag rialzista, ancora rialzista, ma dovrà riconquistare la soglia dei 2.200 dollari, per poi guardare verso il massimo storico di 2.223 dollari.
Inoltre, anche il Relative Strength Index a 14 giorni sta registrando un nuovo rialzo rimanendo in territorio positivo.
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