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Immagine del redattoreAUREA OPERATORE ORO

L’oro viene scambiato in area 2.045 dollari dopo i non entusiasmanti dati cinesi

Il prezzo dell'oro oscilla in una banda ristretta intorno ai 2.045 dollari durante la sessione asiatica odierna, dopo essersi ritirato dal massimo di sei mesi a 2.052 dollari raggiunto ieri. Lo stop attuale non è necessariamente indicativo di un cambiamento nel sentiment del mercato ma piuttosto di prese di profitto dopo il recente rally e risente dei più deboli dati PMI manifatturiero e non manifatturiero della Cina. Il PMI manifatturiero NBS per novembre è sceso a 49,4 dal valore precedente di 49,5, inferiore all'aumento previsto a 49,7. Inoltre, il PMI non manifatturiero si è contratto a 50,02, al di sotto del 51,1 previsto e del dato precedente di 50,6.

Questi dati indicano una contrazione delle attività manifatturiere e non manifatturiere in Cina e potrebbero contribuire a migliorare le condizioni del dollaro, esercitando pressioni sui prezzi dell’oro.

Infatti, l’oro ha subito in parte anche il lieve ritorno del dollaro, con l’indice che fatica comunque a sostenere nuovi guadagni, attestandosi al momento intorno a 102,80. Nella sessione precedente, il dollaro aveva comunque interrotto la serie di perdite di quattro giorni grazie ai dati annualizzati del prodotto interno lordo degli Stati Uniti pubblicati dal Bureau of Economic Analysis, che sono risultati migliori del previsto. Il PIL annualizzato degli Stati Uniti è aumentato del 5,2% durante il terzo trimestre, superando il valore precedente del 4,9% e superando anche il consensus del mercato del 5,0%.

Inoltre, la presidente della Federal Reserve di Cleveland, Loretta Mester, ha affermato che la politica monetaria è attualmente in una posizione favorevole per valutare i prossimi dati sull'economia e sulle condizioni finanziarie, pur non escludendo la possibilità di ulteriori rialzi dei tassi, che rimane comunque dipendente dai dati in arrivo.

Oggi è prevista la pubblicazione negli Stati Uniti delle richieste di sussidio di disoccupazione iniziali per la settimana terminata il 24 novembre, con un aumento previsto a 220.000 rispetto ai 209.000 precedenti, e dell’indice dei prezzi Core della spesa per consumi personali di ottobre, con le aspettative di un rallentamento dell’inflazione al consumo. Il tasso annuo previsto dovrebbe scendere dal 3,7% al 3,5%.

Questi dati avranno sicuramente un notevole impatto sull’oro, sul dollaro e sui Titoli di Stato statunitensi, influenzandosi reciprocamente. FXSTREET. #gold #oro

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