L'incertezza che circonda la politica commerciale dell'amministrazione Trump comincia a creare qualche sbandamento nei mercati e nella loro voglia di riversarsi nel bene rifugio per eccellenza.
E così l’oro ha momentaneamente perso il paracadute “dei dazi di Trump” ed è tracollato fino a $ 2.832,77, per poi riportarsi verso i $ 2.850.
Il calo è iniziato già prima della pubblicazione dei dati PCE statunitensi, che sono risultati perfettamente in linea con le aspettative, sia mese su mese che anno su anno. Tanto da non giustificarne il crollo successivo.
In realtà, come ampiamente anticipato, sono stati i flussi di fine mese che hanno determinato sia il calo che la sua portata. Dopo una serie ininterrotta di guadagni di otto settimane, l’occasione era troppo ghiotta per non portare a casa qualche centinaio di dollari per oncia guadagnati. E così è stato!
Tuttavia, tutti i dati economici negativi statunitensi che si susseguono e quelli odierni sull’inflazione che indicano un calo tendenziale, spingono a credere che la Fed, già a giugno, agirà con un primo calo dei tassi. E questo è bene per l’oro.
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