Dopo essere salito sopra i 2.040 dollari durante l’orario di negoziazione europeo, l’oro ha perso terreno ed è tornato a girare intorno alla parità al di sotto dei 2.030 dollari. Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni rimane sopra il 4%, rendendo la vita difficile per l’oro, cosicché l’oro ha finito per essere scambiato entro livelli familiari, nella fascia inferiore del range di ieri.
Il dollaro ha guadagnato slancio dopo l’apertura di Wall Street, riflettendo un pessimo umore del mercato, anche se i guadagni sono limitati, attendendo i principali dati macroeconomici statunitensi.
Gli operatori di mercato sperano che la Federal Reserve inizi presto a tagliare i tassi di interesse, ma attendono con una certa apprensione i dati dell’indice dei prezzi al consumo di giovedì prossimo per supportare ulteriormente tale visione, giacché il settore del lavoro statunitense rimane relativamente forte e potrebbe spingere l’inflazione più in alto minando la politica restrittiva della Fed.
Tuttavia, un ulteriore aumento dei tassi comporta un grave rischio per il progresso economico rispetto ai benefici che potrebbe portare nel contenere le pressioni sui prezzi. Ecco perché i dati relativi all’inflazione sono così rilevanti. Se il CPI dovesse diminuire più del previsto, in qualche modo “confermerebbe” che la Fed potrà procedere con i tagli dei tassi e l’interesse speculativo, al momento, ritiene che ci siano buone possibilità per un taglio già a marzo.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero mostra che la tendenza è prevalentemente ribassista, con l’oro che si sviluppa al di sotto della media mobile semplice a 20 periodi e senza direzione. Inoltre, le SMA 100 e 200 convergono intorno a 1.962 dollari, fornendo un supporto dinamico a lungo termine. Infine, gli indicatori tecnici sono scesi leggermente, pur rimanendo entro livelli neutrali, senza una forza direzionale sufficiente a confermare un'altra tappa verso il ribasso.
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